Marmot: “L’ingiustizia sociale è assassina”

Marmot: “L’ingiustizia sociale è assassina”

Maryland, Stati Uniti. Se sei nato nella zona ricca di Baltimora, quella nei pressi del Roland Park, dove vivono le persone che hanno studiato e i professori universitari, la tua aspettativa di vita è di 83 anni. Se invece sei nato nella zona povera della stessa città, anche se ti separano solo pochi minuti da Roland Park, la tua aspettativa di vita è di 63 anni. Pochi chilometri di distanza – e diverse condizioni sociali di vita – corrispondono anche a aspettative di salute diverse.

È questo uno degli esempi fatti ieri al Festival dell’Economia da sir Michael Marmot, l’epidemiologo inglese che ha coniato l’espressione “salute disuguale”. L’idea è che a influenzare la salute contribuiscano fattori diversi, molti dei quali hanno a che fare con l’ambiente e la società in cui si vive.

«In Italia la disoccupazione giovanile è un disastro – ha detto Marmot –. È provato che l’aumento della disoccupazione è correlato all’aumento delle malattie mentali e del tasso dei suicidi». Perché – ha aggiunto Marmot – «l’ingiustizia è assassina». I medici possono tornare a occuparsi davvero di sanità solo promuovendo l’eliminazione delle condizioni d’ingiustizia sociale. «Altrimenti, che senso avrebbe curare le persone e rimandarle poi a vivere nella stessa situazione di prima, in quelle società che li ha fatti ammalare?».

Un concetto che il medico inglese basa su una solida esperienza, fatta di ricerca e lavoro sul campo. Con dati, storie ed esempi, portati ieri a Trento in un coinvolgente incontro al teatro sociale, conclusosi con un lunghissimo applauso. «Mi è stato detto che io vivo di sogni – ha detto Marmot – ma vi ricordate di Martin Luther King? Se non ci fossero stati altri sognatori, non avremmo mai avuto progressi nel campo dei diritti sociali».

La battaglia di Marmot è contro un “mondo ingiusto” e s’ispira a un’altra frase di Martin Luther King: «Penso che chi è nel giusto, anche se viene sconfitto nel breve periodo, alla fine prevarrà». Le teorie di Marmot si applicano a un ampio spettro di aspetti della società, tutti con lo stesso concetto: a ogni differenza sociale corrisponde una differenza nella salute.

Le differenze nella scolarità. Gli abusi nell’infanzia. Ma anche una politica del lavoro che si dimentica della dignità degli uomini. Tutti fattori che contribuiscono, giorno dopo giorno, a creare la “salute disuguale”.

Pubblicato in origine sul quotidiano Trentino, 3 giu 2017

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