Il ministro Orlando a Pechino: “L’Italia dietro il nuovo codice civile cinese”

Il guardasigilli guida una delegazione di notai, avvocati e commercialisti: «La cooperazione è preziosissima»

Il ministro Orlando a Pechino: “L’Italia dietro il nuovo codice civile cinese”

Altro che “made in China”. C’è un pezzo di tricolore dietro la riforma del sistema giudiziario cinese. Pechino lavora da tempo al primo Codice civile: e il punto di partenza è proprio l’Italia e la sua tradizione giuridica. Anche per questo, il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha raggiunto Pechino con una delegazione di notai, avvocati e commercialisti.

Sulla nuova strada della seta, il rapporto fra il nostro Paese e la Cina sembra rinsaldarsi a colpi di diritto. «La cooperazione giudiziaria con la Cina è preziosissima – spiega Orlando – perché è l’ambito nel quale si sviluppa anche un flusso commerciale ed economico per il nostro Paese». In altre parole, parlando di giustizia si può anche parlare di affari.

Ci sono aspetti più strettamente legati all’amministrazione della giustizia che possono unire Italia e Cina. Per esempio l’uso delle nuove tecnologie durante i processi. Orlando ha visitato il centro informatico della Corte suprema, il cuore del sistema digitale della giurisdizione cinese. «Abbiamo illustrato i progressi che l’Italia ha fatto sul fronte del processo civile telematico – dice Orlando – e così abbiamo posto le basi per lo scambio di buone pratiche».

Ma l’aspetto più interessante è il percorso intrapreso dalla Cina per l’adozione del suo primo codice civile. Un Paese comunista, senza proprietà privata, non ne aveva mai avuto bisogno prima. Ora però le cose sono cambiate. E i cinesi guardano con interesse al diritto romano e alla tradizione giuridica italiana.

Alcuni studiosi nostri connazionali, guidati dall’ex ministro Oliviero Diliberto, lavorano per Pechino al codice civile. Da un ex guardasigilli a quello in carica, Orlando conferma che in questo ambito c’è «una grande attenzione nei confronti dell’Italia». «L’insieme delle riforme prospettate sarà oggetto della prossima Assemblea nazionale del popolo», spiega il ministro. Se ne parlerà entro fine anno.

Articolo scritto per la Stampa, 27-09-2017

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