Facebook e Telegram sotto accusa in Russia: “Adeguatevi alle nostre leggi o vi bloccheremo”

L’ultimatum di Mosca: “Entro il 2018 i dati degli utenti del social network su server nel paese”

Facebook e Telegram sotto accusa in Russia: “Adeguatevi alle nostre leggi o vi bloccheremo”

La Russia dichiara guerra, per motivi diversi, a Facebook e Telegram. La società di Mark Zuckerberg dovrà adeguarsi alla legge che impone che i dati degli utenti russi siano conservati nei server sul territorio della Federazione. «Bloccheremo Facebook se non si adeguerà entro il 2018», fa sapere Aleksandr Zharov, a capo dell’agenzia per le telecomunicazioni Roskomnadzor. E la data non è probabilmente casuale: il prossimo anno in Russia si terranno le elezioni.

Sono invece i servizi segreti russi (l’Fsb) ad accusare Telegram di violare le leggi anti-terrorismo. Lo fa sapere l’imprenditore russo Pavel Durov, proprietario e inventore del servizio di messaggistica. La “legge Yarovaya”, dal nome della deputata che l’ha promossa alla Duma, è entrata in vigore lo scorso anno. Obbliga gli operatori delle telecomunicazioni a conservare le conversazioni tra utenti per tre anni e il contenuto della loro corrispondenza per sei mesi. In caso di utilizzo di programmi di messaggistica criptati, proprio come Telegram, le aziende devono fornire all’Fsb le chiavi per la decodifica dei messaggi.

«È una legge anticostituzionale», dice Durov. Telegram, che punta molto sul rispetto della privacy, nei giorni scorsi è stato accusato di “sostegno al terrorismo” anche dall’Iran. Non è un mistero che i militanti dell’Isis in passato abbiano utilizzato proprio Telegram per la loro propaganda. «Ma stiamo bloccando i terroristi e il contenuto pornografico in Iran. Credo che le reali motivazioni delle accuse siano altre», sostiene Durov.

Il caso di Facebook è invece analogo a quello che aveva portato al blocco in Russia di LinkedIn. Zharov ha dichiarato che «la legge è uguale per tutti: o la si rispetta o Facebook dovrà cessare la sua attività nel territorio russo». L’ultimatum è fissato al 2018: per allora – sottolineano dal Cremlino – il social network americano dovrà ospitare i dati degli utenti nei server russi. Altrimenti sarà bloccato.

Articolo scritto per la Stampa, 28-09-2017

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