L’intelligenza artificiale che migliora le foto a bassa definizione

EnhanceNet ricostruisce i pixel mancanti studiando il contesto dell’immagine. Potrà servire per software di grafica, smartphone e auto senza conducente, ma anche nelle indagini poliziesche, proprio come nei film

L’intelligenza artificiale che migliora le foto a bassa definizione

Finora era solo una fantasia dei film americani, quando negli uffici dell’Fbi il dettaglio sgranato di una fotografia diventava magicamente nitido grazie a un computer. La finzione diventa realtà con EnhanceNet , una piattaforma sviluppata in Germania. Partendo da una fotografia a bassa risoluzione, sfrutta l’intelligenza artificiale per avere immagini definite. Ricostruisce la realtà, usando dettagli finti ma scelti sulla base del contesto.

EnhanceNet non tenta l’impresa impossibile di ridare vita ai pixel perduti, come già fanno, con risultati modesti, alcuni programmi di grafica. La novità – spiegano i ricercatori del Max-Planck Institute for Intelligent Systems di Tübingen – è il cambio di metodo che garantisce immagini di qualità sinora mai vista.

I dettagli mancanti sono ricostruiti con l’utilizzo di texture, di grafiche artificiali scelte sulla base del contesto dell’immagine. I singoli pixel sono quindi una finzione, o meglio ancora una ricostruzione ipotetica, ma il risultato nell’insieme è tanto realistico da aprire nuovi possibili scenari nel fotoritocco (e non solo).

Ne è convinto Mehdi S. M. Sajjadi, uno dei ricercatori. «L’algoritmo può essere applicato facilmente ai software già in commercio come Photoshop», ma può essere integrato anche «nei sistemi operativi degli smartphone per migliorare la qualità delle foto durante gli ingrandimenti». Può servire per migliorare la definizione dei vecchi film o per avere stampe in alta qualità di vecchie fotografie. Se inserito nei sistemi di guida automatica delle automobili, può riconoscere a distanze maggiore la presenza di ostacoli e pedoni.

La tecnologia può inoltre essere utilizzata per le indagini poliziesche, proprio come nei film. Permette la ricostruzione dei numeri delle targhe o può facilitare l’identificazione delle persone nelle foto sgranate. Ma può aprire anche nuovi scenari preoccupanti per il rispetto della privacy. Il sito Co.design, specializzato in computer grafica, lancia l’allarme: la tecnologia potrebbe essere utilizzata per ricostruire immagini che sono state sfocate volutamente. «Se avete condiviso un video porno amatoriale con i volti sfocati, preparatevi a essere smascherati».

Articolo scritto per la Stampa, 12-11-2017

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