I sondaggi spiegano perché Salvini non ha paura del voto

Col vento in poppa - In tutti sondaggi, rispetto al 4 marzo, la Lega cresce di almeno 7 punti e spinge la coalizione di centrodestra oltre il 40 per cento

I sondaggi spiegano perché Salvini non ha paura del voto

ROMA – La Lega che si rinforza, il Movimento 5 Stelle che perde quasi due punti percentuali, Forza Italia che cala ancora, il resto dei partiti che ottengono lo stesso voto di marzo. Insieme l’asse giallo-verde ha il 56% dei voti, mentre il centrodestra, nella sua composizione naturale, il 40,7%. È quello che succederebbe se si andasse al voto già oggi: o almeno questo è il ritratto che disegnano i sondaggisti italiani. Che sia in piena estate o quasi in autunno, comunque l’ipotesi di nuove elezioni è tutt’altro che remota. E i dati fanno capire perché Matteo Salvini non ha paura di correre quanto prima alle urne: la Lega è il partito che nei sondaggi cresce di più rispetto a marzo e trascina con sé il centrodestra.

Come sempre le percentuali variano nelle diverse indagini, bisogna tenere conto dell’errore statistico e della limitatezza del campione. Confrontando però i dati più recenti di quattro diverse rilevazioni, tutte pubblicate in questi giorni, la tendenza è chiara: la Lega ha già guadagnato quasi otto punti percentuali rispetto al 4 marzo.

A perdere qualcosa – presumibilmente gli elettori più a sinistra – è il Movimento 5 Stelle: in media poco meno di due punti percentuali.

Il Movimento rimane il primo partito con quasi il 31% delle preferenze, a marzo aveva il 32,7. Ma nell’asse giallo-verde è cambiato il rapporto di forza: la Lega viaggia ora intorno al 25% dei voti, a marzo era al 17,4. All’interno del centrodestra, Salvini rafforza il ruolo di leader, con Forza Italia che perde ancora (-2,5%). Anche se in quest’ultimo caso c’è un dato ancora difficile da valutare: quanto cambieranno le cose con la candidatura di Silvio Berlusconi.

Queste cifre sono la media matematica dei sondaggi di Antonio Noto per Cartabianca, di Euromedia e Piepoli per Porta a Porta e di Swg per La7: i dati sono tutti di questi giorni e sono successivi al dietrofront di Giuseppe Conte e all’incarico a Carlo Cottarelli. Anche chi non ha dati così aggiornati, o sta lavorando in questi giorni a nuovi sondaggi, conferma comunque la stessa tendenza: “Già una decina di giorni fa, quando ancora si discuteva del contratto di governo, avevamo capito che la Lega si stava rafforzando e che c’era un calo sia dei Cinque Stelle, sia di Forza Italia – spiega Roberto Weber, sondaggista e presidente dell’istituto Ixè –. Sono dati politici che noi diamo ormai abbastanza per scontati, le prossime indagini che faremo si concentreranno semmai sul rancore verso l’Unione europea: vogliamo capire se è aumentato dopo i fatti di questi giorni”.

Ed è un altro dato importante, perché proprio sull’Europa potrebbe giocarsi la prossima campagna elettorale. “Ci sono una serie di variabili che possono mutare ancora il quadro – spiega Fabrizio Masia, sondaggista di Emg Acqua – Ma finché le forze politiche sono stabili è facile per i sondaggisti riuscire a cogliere le tendenze. È solo quando ci sono forti cambiamenti politico-sociali che aumenta la possibilità di errori”.

E così è interessanteanche l’esperimento fatto da Antonio Noto: “Se alle prossime elezioni si andasse al voto con un’improbabile alleanza fra Movimento 5 Stelle e Lega – spiega il sondaggista – allora gli elettori si comporterebbero in modo diverso e ci potrebbe essere il sorpasso: la Lega arriverebbe al 28%, mentre i Cinque Stelle al 27%. A quel punto Salvini avrebbe tutte le carte in regola per fare il premier, pure con Paolo Savona come ministro”. Cinque Stelle e Lega avrebbero 437 seggi, il centrodestra 51, il centro sinistra 120, Liberi e uguali 22.

Senza immaginare questo scenario improbabile, comunque i sondaggi concordano sull’exploit della Lega. Rispetto al 17,4% di marzo, si va da un 23,7% (Euromedia) a un 27,5% (Swg).

Il Movimento 5 Stelle (32,7% a marzo) cresce solo nella rilevazione di Euromedia (33,7%), mentre cala in tutti gli altri sondaggi, fino al 29% di Noto.

Il Pd aveva il 18,7% a marzo, nei sondaggi oscilla fra il 17% (Noto ed Euromedia) e il 19,4% (Swg). Nel complesso, la coalizione di centrosinistra (22,9% a marzo) va dal 20% (Noto ed Euromedia) al 24,9% (Swg). Il centrodestra unito (37% a marzo) fra il 40% (Swg) e il 41,5% (Piepoli), con Forza Italia che era al 14% e viaggia fra l’8% (Swg) e il 13,5% (Piepoli). Fratelli d’Italia era al 4,3% a marzo, ora è fra il 3,5% (Noto e Piepoli) e il 3,8% (Swg ed Euromedia).

Liberi e Uguali era al 3,4%, nei sondaggi varia dall’1,5% (Piepoli) al 3,5% (Noto).

Articolo scritto per Il Fatto Quotidiano, 31 maggio 2018

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