La Croazia piange il suo eroe: “La condanna era ingiusta”

La Croazia piange il suo eroe: “La condanna era ingiusta”

Slobodan Praljak – l’uomo che si è suicidato ieri in diretta televisiva, dopo che un tribunale dell’Aja lo ha condannato a vent’anni di carcere – nella sua patria è ricordato come un eroe. Lo si capisce dalle reazioni politiche, come quella del Primo ministro croato Andrej Plenkov: “Il suo gesto dimostra la profonda ingiustizia morale nei confronti di questi sei croati (lui e gli altri condannati, ndr) e del popolo croato”, ha detto.

Quando la notizia della morte di Praljak è arrivata a Zagabria, ieri nel tardo pomeriggio, il presidente del parlamento ha deciso di sospendere i lavori. Ha annunciato che ci sarà una dichiarazione comune di condanna della sentenza. Il suo vice, Željko Reiner, ha definito il verdetto come “falso, ingiusto e inconcepibile”.

La presidente croata, Kolinda Grabar-Kitarović, ieri era in Islanda per una visita istituzionale che ha deciso Di interrompere per rientrare in Croazia. Una settimana fa aveva scritto a Praljak, augurandogli l’assoluzione. Ieri ha inviato un messaggio alla nazione: “Il generale Praljak ha preferito dare la propria vita, piuttosto che vivere come un criminale di guerra condannato per crimini che era convinto di non aver commesso”.

A Sarajevo Dragan Čović, il membro croato della presidenza tripartita di Sarajevo, ha accusato il Tribunale dell’Aja di non essere “un tribunale giuridico, ma politico”. Intanto a Mostar – lì dove nel novembre del 1993 Praljak distrusse il ponte simbolo della convivenza fra cristiani e musulmani – una fiaccolata spontanea ha ricordato la vita non di un criminale di guerra, ma di un eroe.

Articolo scritto per esercitazione, Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino, tutor Gigi Riva, 30/11/2017

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