La ragazza con la sindrome di down trova lavoro, le regalano una fermata dell’autobus

A Mantova l’azienda dei trasporti ha risolto il problema di Giulia: ora può finalmente raggiungere in autonomia il fast food dove è stata assunta

La ragazza con la sindrome di down trova lavoro, le regalano una fermata dell’autobus

Il lavoro e l’autonomia sono conquiste importanti per tutti, ed è lo stesso ovviamente anche per chi è nato con un cromosoma in più. Giulia Rondini, una ragazza di Mantova con la sindrome di Down, ha superato un periodo di tirocinio ed è stata assunta a tempo indeterminato come cameriera in uno dei fast food della città.

Il problema è che Giulia non poteva raggiungere il posto di lavoro con i mezzi pubblici, visto che l’autobus si fermava troppo lontano. L’azienda dei trasporti locale, l’Apam, ne ha allungato il percorso e ha installato una nuova fermata ad hoc. È una deviazione che permette a Giulia di attraversare la statale in sicurezza e di scendere direttamente al parcheggio del fast food. L’autobus non subisce ritardi, impiega solo qualche minuto in più per concludere il percorso.


Una fermata in più

La notizia, riportata dalla Gazzetta di Mantova , è confermata a la Stampa dall’assessore al welfare Andrea Caprini. «Giulia è stata assunta con un contratto a tempo indeterminato e questo è l’aspetto più importante – spiega l’assessore –. Il problema ci è stato segnalato dalla sezione di Mantova dell’Aipd, l’Associazione italiana persone down: l’ultima fermata dell’autobus era nei pressi di un centro commerciale. Giulia avrebbe dovuto attraversare la statale per arrivare al fast food, costruito in una zona di nuova lottizzazione: era un rischio per la sua sicurezza. Allora abbiamo chiesto un aiuto all’Apam».

«Quando Giulia lo ha saputo, si è commossa – dice Riccardo Bonfà, coordinatore per i progetti di autonomia a inserimento lavorativo dell’Aipd di Mantova – Lei è consapevole della sua fragilità: noi lavoriamo con i ragazzi perché sappiano i limiti della sindrome di Down. Giulia sa che per ora non può prendere la patente e che solo con l’autobus può raggiungere il suo lavoro. La cosa magnifica è che per questo caso si sono mossi diversi soggetti. Abbiamo trovato la sensibilità e la disponibilità di cui avevamo bisogno».


La realizzazione di un sogno

Quasi 38 mila persone in Italia hanno la sindrome di Down. Non è una malattia, è una condizione genetica che accompagna per tutta la vita le persone nate con un cromosoma in più. «Per noi è importante che siano accolti dalle aziende come dei lavoratori effettivi. Ci impegniamo perché sviluppino delle competenze che siano poi spendibili nel mondo del lavoro», aggiunge Bonfà.

Anche Giulia ha fatto un lungo percorso di formazione, il cui premio è stata la conquista del posto fisso come cameriera. «Per lei è stata la realizzazione di un sogno – conclude Bonfà – L’autonomia è un valore che supera il risvolto sociale di ogni inserimento lavorativo protetto».

Articolo scritto per la Stampa, 3-11-17


Piccola nota metodologica: Sono partito da una bella notizia che ho letto sulla Gazzetta di Mantova. Citando ovviamente la fonte (perché secondo me nel giornalismo si fa così) ho verificato la notizia e l’ho approfondita, sentendo alcuni dei protagonisti e citandoli nel pezzo. Nel frattempo ho verificato sul sito dell’Aipd il linguaggio da utilizzare per scrivere in maniera corretta della sindrome di Down.

La notizia il 3 novembre 2017, dopo essere stata la più letta di giornata su laStampa.it, è stata ripresa un po’ ovunque, anche da alcuni giornali concorrenti.

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