Giovo, gasolio dalla cisterna fuori pericolo i fiumi e anche l’acquedotto

Alla chiesa di Verla era appena stato fatto il rifornimento per l'inverno. Ma l'intervento è stato tempestivo ed efficace

Giovo, gasolio dalla cisterna fuori pericolo i fiumi e anche l’acquedotto

LAVIS E GIOVO – La lunga notte fra giovedì e venerdì è iniziata con la segnalazione di un forte odore, poi la scoperta della perdita di gasolio dalla cisterna che riscalda la chiesa di Verla. Non è chiaro quando siano iniziate le perdite, quasi sicuramente già nella serata di mercoledì quando la cisterna era stata rifornita con una quantità di gasolio necessaria per affrontare l’inverno.

Scoperto il danno, il timore era che il gasolio si riversasse nell’Avisio e nel rio Molini, con un disastro ambientale e il pericolo di contaminazione dell’acquedotto di Lavis. I rischi peggiori, lo diciamo subito, sono stati scongiurati grazie all’intervento in forze dei soccorritori, con volontari e professionisti impegnati nel paese della Val di Cembra e nelle gelide acque del torrente, dal tardo pomeriggio di giovedì fino all’una del mattino e poi di nuovo ieri tutto il giorno.

Giovedì alcune tracce di gasolio sono state trovate nei tubi che portano al rio Molini ed è stata necessaria una bonifica urgente, e risolutiva, con l’uso delle pompe e di un tappo ermetico. Nel frattempo a Lavis veniva chiuso per precauzione l’acquedotto sull’Avisio, uno di quelli che rifornisce d’acqua le case del paese: nel buio della notte si voleva evitare ogni rischio, mentre i pompieri immergevano nel torrente 200 metri di salsicciotti oleoassorbenti, come fossero spugne a risucchiare il gasolio. Nessun pericolo invece per l’acqua corrente a Verla, mentre la cisterna della Chiesa veniva svuotata con i tubi.

Nelle prime ore di ieri sono ripresi i controlli e altri piccoli interventi, ma il grosso del pericolo era ormai scongiurato. A Lavis le verifiche hanno permesso di escludere il pericolo di inquinamento e così anche l’acquedotto è stato riaperto. «Per fortuna c’è stato un intervento rapido, altrimenti i rischi sarebbero stati ben più gravi» dice al Trentino Vittorio Stonfer, sindaco di Giovo.

In effetti ha funzionato bene il sistema provinciale di Protezione civile: decine di soccorritori impegnati nella notte in più punti. C’erano i vigili del fuoco permanenti di Trento, i volontari di Giovo e di Lavis, con anche il nucleo lavisano specializzato negli interventi fluviali. Poi ancora i responsabili dell’Appa, l’agenzia della protezione ambientale e quelli dell’Air, l’azienda che si occupa del rifornimento idrico. Insomma, decine di persone, coordinate dai sindaci e vice di Giovo e Lavis, che si sono mosse nella notte e poi ancora ieri per le prime verifiche e le varie operazioni di bonifica.

Ci vorrà del tempo per sapere se le prime perdite hanno causato dei danni ambientali e di che tipo. «Ma se giovedì sera avessimo sottovalutato l’odore di gasolio – spiega Stonfer – allora ci saremmo svegliati venerdì mattina con un autentico disastro». Sulle cause comunque non c’è nessun mistero. La cisterna della Chiesa è danneggiata, solo che non se ne era accorto nessuno fino a quando è stata riempita mercoledì, giusto in tempo per affrontare il rigido inverno della val di Cembra.

Articolo scritto per il Trentino, 25-11-2017

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