I ballottaggi balneari: Salvini sfida il Pd in Toscana

Comunali - I grillini (esclusi) sono l’ago della bilancia

I ballottaggi balneari: Salvini sfida il Pd in Toscana

Quasi tre milioni di italiani votano oggi nei ballottaggi per le amministrative, in 75 comuni (14 sono anche capoluoghi di provincia) a cui si aggiunge il terzo municipio di Roma. È soprattutto una sfida fra centrodestra (trainato dalla Lega) e centrosinistra, con i Cinque Stelle in campo solo ad Avellino, Imola (dove potrebbe esserci uno storico sorpasso ai danni del centrosinistra), Ragusa e Terni. Nei grandi Comuni è in vantaggio il centrodestra in 29 e il centrosinistra in 20, in molti casi l’ago della bilancia possono esserlo gli elettori dei Cinque Stelle. Ma in un voto con l’estate già iniziata bisogna tenere conto anche dell’incognita astensione: potrebbe scompigliare le carte rispetto al primo turno. C’è anche un curioso derby fratricida a Imperia fra l’ex ministro azzurro Claudio Scajola (già sindaco due volte nella città ligure, sopra al 35% al primo turno) e l’architetto Luca Lanteri (28,7%), sostenuto dal presidente della provincia Giovanni Toti. Scajola si candida con una lista civica.

Ma la partita è interessante soprattutto in Toscana, dove non a caso Matteo Salvini ha deciso di chiudere la campagna elettorale. Il Pd gli ha schierato contro i suoi big: Paolo Gentiloni, Walter Veltroni e Maurizio Martina. Nel cuore delle regioni rosse il centrodestra cerca uno storico ribaltone: nel primo turno era in vantaggio a Pisa con Michele Conti (33,4%) contro Andrea Serfogli (32,3%). Ma inseguiva a stretto raggio anche a Massa (Alessandro Volpi del centrosinistra a 34%, Francesco Persiani del centrodestra al 28%) e a Siena (l’ex sindaco Bruno Valentini del centrosinistra a 27,4%, Luigi De Mossi al 24,2%). Nella città del palio ci sono in gioco i voti di un insieme di liste civiche, che unite rappresentano circa il 40% delle preferenze al primo turno. Valentini si è apparentato con Pierluigi Piccini, ex sindaco dal 1990 al 2001, e soprattutto portatore in dote di più del 21% dei voti al primo turno. De Mossi spera invece in chi, anche nel centrosinistra, avrebbe voluto un nome nuovo rispetto a quello del sindaco uscente.

Nelle Marche, altra regione tradizionalmente rossa, si vota ad Ancona, unico capoluogo di regione chiamato oggi alle urne. La sindaca uscente, Valeria Mancinelli del centrosinistra, ha mancato di un soffio la vittoria al primo turno, con il 48% delle preferenze. Il suo sfidante, Stefano Tombolini (28%), è stato consigliere di opposizione in seno a una lista civica, ora è sostenuto anche dal centrodestra. Difficile immaginare delle sorprese, nonostante l’incognita dell’astensione e l’appello di Tombolini al voto dei Cinque Stelle.

Un’altra roccaforte rossa a rischio è Imola. In questo caso però a cercare il colpaccio sono i Cinque Stelle: la campagna elettorale si è chiusa con i big (Luigi Di Maio, Danilo Toninelli, Riccardo Fraccaro e la sindaca di Torino Chiara Appendino). Al primo turno la candidata del centrosinistra Carmen Cappello si è fermata al 42%, mentre Manuela Sangiorgi dei Cinque Stelle al 29. Decisivi i voti del centrodestra, che era rimasto al 23.

In Lombardia, regione saldamente in mano a Lega e Forza Italia, finora Sondrio ha resistito come unica roccaforte di centrosinistra. Ma al primo turno era in testa Marco Scaramellini del centrodestra (46,8%), inseguito dal centrosinistra di Nicola Giugni (36,1%).

La regione che oggi coinvolge più elettori – sono circa 520 mila – è la Sicilia. A Messina c’è il caso curioso di Cateno De Luca, un candidato sindaco che ha ottenuto il 19,8% al primo turno, ma senza eleggere nessun consigliere comunale: le sei liste civiche che lo sostenevano non hanno superato il quorum del 5%. Al ballottaggio contro di lui c’è Dino Bramanti del centrodestra (28,2%).

Ragusa è uno di quei comuni (gli altri sono Pomezia e la sarda Assemini) in cui i Cinque Stelle partono in vantaggio dal primo turno: Antonio Tringali era al 22,7%, Giuseppe Cassì del centrodestra al 20,8.

Più complicata la situazione a Siracusa. Il ballottaggio nasce dallo strappo interno alla lista “Diventerà bellissima”, il movimento del governatore Nello Musumeci. Da una parte c’è Paolo Ezechia Reale (37%), sostenuto dal gran parte del centrodestra. Dall’altra Francesco Italia (19,55%), ex vicesindaco renziano, che spera nei voti del Pd (che al primo turno ha sostenuto un altro candidato).

Fra le altre città al voto, c’è Terni con il leghista Leonardo Latini (49,2%) appoggiato dal centrodestra, contro Thomas De Luca (Cinque stelle, 25%). Ad Avellino Nello Pizza (centrosinistra, 42,9%) contro Vincenzo Ciampi (Cinque Stelle, 20,2%). A Viterbo Giovanni Maria Arena (centrodestra, 40,2%) contro Chiara Frontini (civica, 17,6%). A Brindisi Roberto Cavalera (centrodestra, 34,7%) contro Riccardo Rossi (centrosinistra, 23,5%). A Teramo Giandonato Morra (centrodestra, 34,6%) contro Gianguido D’Alberto (centrosinistra, 21,1%). Si vota dalle 7 alle 23.

Articolo scritto per Il Fatto Quotidiano, 24 giugno 2018

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